Monteverde, paese mio

     Modesto, aggraziato agglomerato,
i mitici tre colli da secoli cavalchi,
in una conca a valle sonnecchi,
il lento fatidico risveglio t’aspetti.

     Quelle viuzze trastullato m’hanno,
per i serri limitrofi scorazzando,
calpestando: violette profumate,
ciclamini e margherite colorate.

      Il tuo stabile e fido abitante,
senza confronti d’altre genti,
insistente in odii permanenti,
per te forse; sempre esistenti.

      La tristezza in ogni dì che passa
il cuor mio riempie d’amarezza,
in quella via Dante ove son nato
il fato mi ha col tempo riportato.

      Ora pero’ in te sono rinato,
quel rimorso l’ ho forse scordato,
riabbracciandomi hai alleviato,
lunghi anni trascorsi d’emigrato.


Tonino Pagnotta
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