Modesto, aggraziato agglomerato,
i mitici tre colli da secoli cavalchi,
in una conca a valle sonnecchi,
il lento fatidico risveglio t’aspetti.
Quelle viuzze trastullato m’hanno,
per i serri limitrofi scorazzando,
calpestando: violette profumate,
ciclamini e margherite colorate.
Il tuo stabile e fido abitante,
senza confronti d’altre genti,
insistente in odii permanenti,
per te forse; sempre esistenti.
La tristezza in ogni dì che passa
il cuor mio riempie d’amarezza,
in quella via Dante ove son nato
il fato mi ha col tempo riportato.
Ora pero’ in te sono rinato,
quel rimorso l’ ho forse scordato,
riabbracciandomi hai alleviato,
lunghi anni trascorsi d’emigrato.
Tonino Pagnotta
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
poesia bella come Monteverde me lo ricordo quando era tutto diverso da ora.
RispondiEliminaa Monteverde ci sono ritornato dopo anni e lo trovato bellissimo. nell 80 era brutto abbandonato e distrutto Chi è stato a ricostruirlo così?
RispondiEliminaI Monteverdesi.....
RispondiEliminaChe graziosa poesia! Anch'io sono nata a Monteverde..non c'è altro posto più magico, semplice, grazioso, speciale dove poter trascorrere una vita! Questa è la grandezza vera..quella nascosta nel cuore..un paese intero!
RispondiElimina