L’aratro

Passando in una strada del paese,
esposto contro un muro soleggiato,
lo sguardo in un attimo s’é posato,
sul vecchio aratro di nero pitturato.

Un ricordo d’infanzia destando
quel lontano trapazzo usurante
dai nostri figli già mai vissuto,
per i padri altrettanto temuto.

Strisciando per stenuanti giornate,
trainato da lenti quadrupedi sfiancati,
il vomero lucciccante ma striato,
da pietruzze in terra imprigliate.


L’odore, ricordo forte del sudore,
dell’animale stanco e affaticato,
attraversar in fondo le narici,
impregnando i terreni scoscesi,

dell’uomo dai vestiti sfilacciati,
che con mano ferma impugnava,
solcando e paziente, preparando
quel terreno a rendere fecondo.

La semenza impugno, umilmente
sottterra in letargo, promettente
di una raccolta forse abbontante,
i contadini orgogliosi rendendo.

La fatica pur dura e imponente
dell‘uomo, l’animale possente,
ora in quell’angolo dormiente,
l’aratro m’attraversato la mente.

Tonino Pagnotta

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