Gettando lo sguardo ingenuo
Vagarono l ìride e la mente,
sfiorando colline e piante,
immensi prati verdi fioriti,
fiumi e laghi, mari quasi puliti
oceani profondamente infiniti.
I tuoi vulcani attivi,
il magma incandescente,
col l’eterno movimento
cambiano la tua faccia
spostando i continenti,
la paura insegni alle tue genti.
Il pensier s’arresta,
l’immagine é quasi chiara,
d’obbligo é la domanda:
eri forse tu dunque
una povera palla di fuoco
o chi sà un frantume di stelle ?
Passando millenni e secoli
cambiando spesso pelle,
forse tu dunque non sai
che navighi con le stelle,
girando come una palla,
diventi sempre piu’bella.
Tonino Pagnotta
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